L’accezione antica che faceva coincidere il Benessere con la salute (per lo più fisica) riconducibile approssimativamente ad una condizione di assenza di patologie, ha assunto, nel tempo un’accezione più ampia, arrivando a coinvolgere tutti gli aspetti dell’essere (fisico, emotivo, mentale, sociale e spirituale). Il concetto di una necessaria implicazione nel benessere globale non solo di aspetti psico-fisici, bensì anche di aspetti mentali, sociali e spirituali, oltre che trovare una radice nel pensiero filosofico sia orientale, sia occidentale, trova recenti conferme anche in campo medico – scientifico.
Anche nel rapporto della Commissione Salute dell’Osservatorio europeo su sistemi e politiche per la salute (a cui partecipa il distaccamento europeo dell’OMS) è stata proposta definizione di benessere come “lo stato emotivo, mentale, fisico, sociale e spirituale di ben-essere che consente alle persone di raggiungere e mantenere il loro potenziale personale nella società”. Come si legge nel Rapporto, tutti e cinque gli aspetti sono importanti, ma ancora più importante è che questi siano tra loro equilibrati per consentire agli individui di migliorare il loro benessere.
Il rapporto tra architettura, cura degli spazi, e salute (fisica e mentale) è alla base di un progetto. Lo spazio deve avere la finalità di stimolare tutti e cinque i sensi l’uso coordinato dei materiali che lo compongono. L’ambiente deve avere tra le varie finalità di restituire una dimensione di calore umano, di familiarità. Nella foto un Giardino “zen”, realizzato dall’Architetto Alessio Virgili per l’Hotel Arenella di Isola del Giglio (GR)
Essa riduce i consumi energetici necessari per la climatizzazione (riscaldamento, condizionamento ed illuminazione) limitando di conseguenza l’inquinamento dell’ambiente.
Pertanto richiede una conoscenza delle tecnologie e dei materiali, un profondo studio dei fattori climatici ed un’analisi precisa dell’influenza di quest’ultimi sui materiali stessi. Lo scopo ultimo è quello di poter creare una stretta interdipendenza tra l’edificio e il suo ambiente in modo che possa teoricamente modificarsi ed adattarsi ad ogni cambiamento delle condizioni esterne, in modo da trarne il maggior beneficio.
Per poter parlare di edificio bioclimatico devono essere rispettati alcuni canoni progettuali di carattere generale:
Un edificio bioclimatico ideale dovrebbe essere quindi energicamente razionale, disperdendo poco calore nei mesi invernali, tenendo lontano le radiazioni solari in quelli estivi ed immagazzinando durante il giorno l’energia solare per poterla riutilizzare.