Direzione di cantiere del consolidamento e restauro edilizio della facciata principale di un edificio di inizio novecento in Via del Tritone a Roma.
Un’accurata indagine storica ha permesso di ridare all’edificio il suo antico splendore.
Per il recupero di questo immobile di rilevante pregio ed affacciato su una delle strade più importanti di Roma si è proceduto secondo la teoria del Restauro edilizio Conservativo.
Si definiscono interventi di restauro edilizio e di risanamento conservativo, quegli interventi rivolti a conservare e recuperare l’organismo edilizio e ad assicurarne la funzionalità mediante un insieme sistematico di opere che, nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell’organismo stesso, ne consentano destinazioni d’uso con essi compatibili.
Tali interventi comprendono il consolidamento, il ripristino e il rinnovo degli elementi costitutivi dell’edificio, l’inserimento degli elementi accessori e degli impianti richiesti dalle esigenze dell’uso, l’eliminazione degli elementi estranei all’organismo edilizio.
Ferme restando le disposizioni contenute nel D. Lgs 42/2004 per ciò che concerne le autorizzazioni paesistiche in ambito vincolato, e salvo più restrittive disposizioni previste dalla disciplina regionale e dagli strumenti urbanistici, e comunque nel rispetto delle altre normative di settore aventi incidenza sulla disciplina edilizia i seguenti interventi possono essere realizzati tramite inoltro di permesso di costruire o di denuncia di inizio attività.
Sono qualificate di restauro edilizio le seguenti opere:
a. le opere finalizzate alla conservazione della costruzione, della sua qualità, del suo significato e dei suoi valori mediante l’eliminazione delle aggiunte utilitarie o storicamente false, il consolidamento degli elementi costitutivi e l´inserimento di accessori e impianti per consentirne un uso adeguato, anche con una modifica della destinazione, purché non risultino alterate la forma e la distribuzione.
b. le opere finalizzate alla valorizzazione della costruzione, quando risulti opportuna anche agli effetti ambientali, mediante operazioni sistematiche e di insieme, indirizzate a liberare strati storicamente e artisticamente rilevanti, documentalmente autentici.
c. le opere finalizzate al restauro edilizio, alla conservazione, al recupero e alla ricomposizione di reperti e di spazi di per sé significativi o che siano parte di edifici, ambienti e complessi meritevoli di tutela, ivi compresi quelli di matrice industriale.
Sono qualificate di risanamento conservativo le seguenti opere:
a. le opere sistematiche di recupero igienico e funzionale delle unità immobiliari e delle costruzioni finalizzate a consentirne un uso adeguato sia con riferimento alla destinazione d’uso esistente sia con riferimento ad una diversa destinazione d’uso, purché nel rispetto dei caratteri tipologici originari, ad esclusione delle opere di eliminazione totale e parziale di strutture verticali ed orizzontali che non rispettano i caratteri tipologici e formali e strutturali dell´edificio.
b. sostituzione delle strutture edilizie fatiscenti verticali, orizzontali o inclinate, anche con soluzioni tecniche innovative, purché nel rispetto delle posizioni e dei caratteri tipologici, formali e strutturali originari.
c. inserimento di locali e impianti tecnici, igienici e funzionali, anche con l’aggiunta di nuovi volumi tecnici, purché nel rispetto dei caratteri tipologici, formali e strutturali originari.
d. parziali adeguamenti dei fronti edilizi, delle coperture e della distribuzione interna anche mediante frazionamento delle u.i, e cambio di destinazione d’uso purché non vengano alterati i caratteri tipologici, formali e strutturali originari e siano salvaguardati, ove esistono, gli elementi di interesse architettonico ed ambientale.
e. sistemazione delle aree cortilizie, nel rispetto delle preesistenze, anche in funzione della diversa destinazione d’uso.
Architetto Alessio Virgili